Il Lanificio Scuola

Le fotografie documentano la costruzione e l’inaugurazione della palazzina con annesso capannone industriale voluta da Felice Piacenza e finanziata con capitali propri. La prima donazione e il primo empito per la costruzione del Lanificio Scuola risale al 18 gennaio del 1907, quando Felice Piacenza fece la prima donazione di 100.000 lire. A causa della resistenza del Comune di Biella, restio alla costruzione di una scuola finanziata da un privato, la prima pietra venne posata solo il 29 maggio del 1910. La volontà di Felice era quella di fornire ai giovani biellesi la possibilità di un’educazione pratica qualificata sul modello delle scuole europee. Il Lanificio Scuola venne ufficialmente inaugurato il 20 settembre del 1911 alla presenza del Ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio Francesco Nitti, l’ex ministro e primo segretario dell’Ordine Mauriziano Paolo Boselli, il senatore Giovanni Faldella, i rappresentanti politici, amministrativi ed economici di Torino e Biella e della provincia di Novara. Il Lanificio Scuola, progettato dal torinese Carlo Nigra, era composto da un capannone di 1.000 mq contenente i macchinari più aggiornati per le attività pratiche e una palazzina dove si tenevano le lezioni di tessitura, disegno, tecnologia tessile, al piano interrato vi era, oltre ai locali riservati alla caldaia, un’officina meccanica. Le ore settimanali dei corsi erano in tutto 16. La decorazione della facciata della palazzina era ispirata a motivi architettonici del Quattrocento, la facciata inoltre venne riccamente ricoperta da motti latini, da motivi simbolici che rappresentavano gli strumenti dell’arte della lana e dall’emblema del cardo, fiore simbolo dell’industria laniera, da dipinti su formelle, i cui cartoni furono eseguiti dal pittore Alberto Rossi, che illustravano le varie fasi della lavorazione e recavano i ritratti delle più importanti personalità della storia biellese. Il modello, esplicitamente indicato da Felice Piacenza, era il Palazzo dell’Arte della Lana costruito a Firenze nel Rinascimento.