La passione di Guido Piacenza per il volo in pallone aerostatico è durata un quinquennio, periodo che lo aveva visto, in particolare tra il 1908 e il 1909, ottenere alcuni risultati importanti per il volo come la trasvolata delle Alpi, il viaggio notturno sull’Appennino ligure, la partecipazione alla Gordon Bennet, la più importante gara internazionale di aeronautica, il raggiungimento del record italiano d’altezza a oltre 9.200 metri, la seconda al mondo.
La passione per il volo era iniziata nel 1906, quando in una giornata di festa e di sole di novembre, a Milano durante l’Esposizione Internazionale aveva compiuto un viaggio di prova.
Si innamorò immediatamente di questo mezzo e già pochi mesi dopo entrò in possesso del suo primo pallone il Pegaso.
Non soddisfatto delle potenzialità di questo pallone, poco tempo dopo, decise di acquistarne uno nuovo di maggiori dimensioni e prestazioni, l’Albatros, con il quale realizzò il record italiano d’altezza.
Tale esperienza si interruppe nel marzo del 1911, quando il pallone guidato da Guido cadde nei pressi di Candiolo, da oltre 1.000 metri d'altezza e solo la fortuna lasciò salve le vite dell’equipaggio.
Guido se la cavò con la frattura scomposta della gamba, frattura che lo lasciò menomato per l’intero corso della sua vita.
Nel corso dei suoi viaggi Guidò realizzò diverse fotografie regalandoci strepitose immagini di Torino, Biella, delle Alpi e della pianura riprese dall’alto.
Emozionanti sono anche i resoconti dei vari voli compiuti, pubblicati dalla Fondazione, nel 2013, nel volume
Vegliando l’immensità che mi circonda. Racconti di cielo e di terra.